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vagabondaggio. | 43 |
veniva, gli fece dar da colazione, pane vino e companatico, in un angolo della tavola, che egli subito disse grazie, perchè le due donne sembrava che gli contassero i bocconi, sua sorella ritta sull’uscio colle mani sul ventre, e l’orecchio teso per sentire se capitava il marito, guardando di sottocchio donna Stefana come fosse sulle spine. — No e sì, sì e no. — Le parole cascavano di bocca, e il pane e il companatico pure. Toccarono appena del babbo e del fratello che erano lontani, uno di qua e l’altro di là, e tacquero subito perchè poco avevano da dire, dopo tanto che non si erano visti. Benedetta anzi non aveva neppure conosciuto il babbo, come fosse figlia del peccato.
— Questa povera orfanella, — disse forte donna Stefana, — non ha avuto nessuno al mondo, nè amici nè parenti. Dillo tu stessa, figliuola mia. Se non ero io, come restavi al mondo? —
Benedetta disse di sì, con un’occhiata riconoscente. Poi guardò il fratello, e chinò gli occhi. Infine gli chiese se contava di fermarsi