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68 | il maestro dei ragazzi. |
lava ancora nelle orecchie al ripensarci, e ancora, dopo tanto tempo, gli metteva in capo un dubbio, uno di quei lampi di luce che fanno cacciare il capo sotto il guanciale, per non vederli, la notte. Ah, quelle benedette ragazze, chi arrivava a capirle, per quanto gli anni passassero! Esse gli ridevano dietro le spalle. — Poi, dopo molto tempo, quand’egli passava a prendere i loro bimbi, tirando in su i baffetti ostinatamente neri, si sentivano intenerire da una certa commozione ripensando al passato, alle rosee fantasie della prima giovinezza, che evocava la figura melanconica di quell’eterno cercatore di amore.
— Entrate, don Peppino, il ragazzo sta vestendosi.
— No, grazie, non importa.
— Volete aspettare al sole, vossignoria?
— Ho qui i ragazzi. Non posso lasciarli.
— Quanti ne avete, santa pazienza! Ce ne