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il maestro dei ragazzi. | 71 |
fotografie ingiallite, i ritratti del maestro e di sua sorella, somiglianti come due gocce d’acqua, malgrado i baffetti incerati dell’uno, e la pettinatura grottesca dell’altra: gli stessi pomelli scarni che sembravano sporgere fuori della cornice, la stessa linea sottile delle labbra smunte, gli stessi occhi appannati, quasi stanchi di guardare perennemente, dal fondo dell’orbita incavata, lo sbaraglio delle seggiole scompagnate per la scuola; e tutt’in giro la tristezza delle pareti bianche, macchiate in un canto dalla luce scialba della finestra polverosa che dava nel cortiletto.
Di buon mattino, appena il falegname accanto principiava a martellare, udivasi pispigliare due voci sonnolente nel bugigattolo oscuro, e poi s’illuminava il vano al di sopra del tramezzo. Il maestro andava a prendere una manata di trucioli, strascicando le ciabatte, tutto raggomitolato in un pastrano spelato, e accendeva il fuoco per fare il caffè. Allora, dietro la finestra appannata, vedevasi salire la