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— Non andare! — disse egli a Mara, come don Alfonso la chiamava perchè venisse a ballare cogli altri. — Non andare, Mara!

— Perchè?

— Non voglio che tu vada! Non andare!

— Lo senti che mi chiamano?

Egli non disse altro, fattosi brutto come la malanuova, mentre stava curvo sulle pecore che tosava. Mara si strinse nelle spalle, e se ne andò a ballare. Ella era rossa ed allegra, cogli occhi neri che sembravano due stelle, e rideva che le si vedevano i denti bianchi, e tutto l’oro che aveva indosso le sbatteva e le scintillava sulle guancie e sul petto che pareva la Madonna tale e quale. Jeli a un tratto si rizzò sulla vita, colla lunga forbice in pugno, così bianco in viso, così bianco come era una volta suo padre il vaccajo, quando tremava dalla febbre accanto al fuoco, nel casolare. Guardò don Alfonso, colla bella barba ricciuta, e la giacchetta di velluto e la catenella d’oro sul panciotto, che prendeva Mara per mano e l’invitava a ballare; lo vide che allun-