Pagina:Verga - Vita dei campi, Treves, 1897.djvu/307

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portate all’ospedale, i più riottosi andarono a dormire in prigione, il santo tornò in chiesa di corsa più che a passo di processione, e la festa finì come le commedie di Pulcinella.

Tutto ciò per l’invidia di que’ del quartiere di San Pasquale, perchè quell’anno i devoti di San Rocco avevano speso gli occhi della testa per far le cose in grande; era venuta la banda dalla città, si erano sparati più di duemila mortaretti e c’era persino uno stendardo nuovo, tutto ricamato d’oro, che pesava più d’un quintale, dicevano, e in mezzo alla folla sembrava una “spuma d’oro„ addirittura. Tutto ciò urtava maledettamente i nervi ai devoti di San Pasquale, sicchè uno di loro alla fine smarrì la pazienza, e si diede a urlare, pallido dalla bile: — Viva San Pasquale! — Allora s’erano messe le legnate.

Certo, andare a dire “viva San Pasquale„ sul mostaccio di San Rocco in persona è una provocazione bella e buona; è come venirvi a sputare in casa, o come uno che si diverta a dar dei piz-