Pagina:Verga - Vita dei campi, Treves, 1897.djvu/339

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Stavolta parve proprio che il diavolo andasse a stuzzicare “Pentolaccia„ il quale dormiva, e gli solcasse nell’orecchio gl’improperii che dicevano di lui, e glieli ficcasse nell’anima con un chiodo. — E quel becco di “Pentolaccia!„ dicevano, che si rosica mezzo don Liborio! — e ci mangia e ci beve nel brago! — e c’ingrassa come un maiale!

Che avvenne? Che gli passò pel capo a “Pentolaccia„? Si rizzò a un tratto senza dir nulla, e prese a correre verso il paese come se l’avesse morso la tarantola, senza vederci più degli occhi, che fin l’erba e i sassi gli sembravano rossi al pari del sangue. Sulla porta di casa sua incontrò don Liborio, il quale se ne andava tranquillamente, facendosi vento col cappello di paglia. — Sentite, “signor compare„, gli disse, se vi vedo un’altra volta in casa mia, com’è vero Dio, vi faccio la festa!

Don Liborio lo guardò negli occhi, quasi parlasse turco, e gli parve che gli avesse dato volta al cervello, con quel caldo, perchè davvero non si poteva immaginare che a “Pentolaccia„ saltasse in