Ti porrei in tante pene, angoscie e stenti,
Che penseresti a tuoi non a mie danni,
Di tutto el mondo e medici eccellenti
Non han potuto curare e miei affanni,
Et tu curar li vuoi? questo tuo vanto
Merta pena, dolor, carcere, & pianto:
Vir.Non mi sprezar, che, spesso un humil, verme
Spesso herba abietta, & spesso limose acque,
Porgan conforto a nostre membra inferme,
Qual Galieno, & Avicenna tacque.
Tutte le humane menti non son ferme
Ad un saper, perche al ciel cosi piacque:
Quel che medici regno, & thesor tuoi
Non han fatto, sil fo? che dirai poi?
Io fui da Hippocrate generata,
Ad cui non visse el par sotto el tuo imperio,
Da cui fu gia da fistola salvata
Una Regina nel greco emisperio,
Dannar la cosa pria che sia provata
In tanto Re mi par gran vituperio:
Io spero tanto far, che di mie prove
Tu stupirai in terra, & nel ciel Giove.
Re.Poi che mutar mi fai contra mia voglia
Quello che havea nel cor deliberato,
Et in man di donna piu leve che foglia
Far por mia vita, mio thesoro & stato