Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/26

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— Evvia! rispose Ralph, oramai non c’è più un paese in cui possa rifugiarsi.

— Questo poi....

— Dove volete che vada?

— Non ne so nulla, rispose Andrew Stuart, ma, alla fin fine, il mondo è grande.

— Lo era una volta,» disse a mezza bocca Phileas Fogg; indi: «sta a voi ad alzare» soggiunse presentando le carte a Thomas Flanagan.

La discussione venne sospesa durante il robbre. Ma ben presto, Andrew Stuard la riappiccava dicendo:

«Come, una volta! È forse diminuita la terra?

— Senza dubbio, rispose Gualtiero Ralph: io sono del parere del signor Fogg. La terra è diminuita, giacchè ora la si percorre dieci volte più presto che non la si percorresse cento anni fa. Ed ecco ciò che, nel caso attuale, renderà le ricerche più rapide.

— E renderà anche più facile la fuga del ladro!

— Tocca a voi a giocare, signor Stuart» disse Phileas Fogg.

Ma l’incredulo Stuart non era convinto, e finita la partita:

«Bisogna confessare, signor Ralph, ripigliò egli, che avete trovato un modo curioso di dire che la terra è diminuita! Così, perchè adesso se ne fa il giro in tre mesi....

— In ottanta giorni soltanto, disse Phileas Fogg.

— Difatti, signori, soggiunse John Sullivan, ottanta giorni dopo che la sezione fra Bothal e Allahabad venne aperta sul Great Indian peninsular railway, ed ecco il calcolo stabilito dal Morning