Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/280

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nave, che valeva ancora la metà di quanto egli l’aveva venduta!

I passaggieri sbarcarono subito.

Fix, in quel momento, ebbe una voglia feroce di arrestare il nominato Fogg. Non lo fece! Perchè? Qual lotta avveniva entro di lui? Erasi forse ricreduto sul conto di Fogg! Capiva finalmente di essersi ingannato?... Checchè ne fosse, Fix non abbandonò il signor Fogg. Con lui, con mistress Auda, con Gambalesta, che non trovava più il tempo di respirare, egli saliva nel treno di Queenstown ad un’ora e mezzo del mattino, giungeva a Dublino sul far del giorno, e s’imbarcava senz’altro sopra uno di quegli steamers — veri fusi d’acciaio, tutti macchina — che sdegnando di alzarsi sulle onde, le passavano invariabilmente parte a parte.

A mezzodì meno venti minuti, il 21 dicembre, Phileas Fogg sbarcava alla perfine sul molo di Liverpool. Egli non era più che a sei ore da Londra.

Ma in quel momento Fix si accostò, gli pose la mano salta spalla, e, presentando il suo mandato:

— Siete voi il signor Phileas Fogg? diss’egli.

— Sì, signore.

— In nome della regina, io vi arresto!