Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/294

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era in quel momento? Il 17 dicembre, — giorno in cui James Strand fu arrestato, — faceano settantasei giorni che Phileas Fogg era partito, e non una notizia di lui! Che fosse morto? Avesse mai rinunciato alla lotta, oppure continuava il suo cammino giusta l’itinerario convenuto? E il sabato, 21 dicembre, alle 8 e 45 di sera, avesse egli mai a comparire come il dio dell’esattezza sulla soglia del salone dei Reform-Club?

Dobbiamo rinunciare a dipingere l’ansietà nella quale, durante tre giorni, visse tutta quella classe della società inglese. Si lanciarono dispacci in America, in Asia, per avere notizie di Phileas Fogg. Si mandò mattina e sera ad osservare la casa di Saville-row.... Nulla. La polizia stessa non sapeva più che n’era stato del detective Fix, che si era tanto sgraziatamente gettato sopra una falsa traccia. Il che non impedì alle scommesse di impegnarsi su più vasta scala. Phileas Fogg, come un cavallo di corsa, giungeva all’ultimo giro. Non lo si dava più a cento, ma a venti, ma a dieci, ma a cinque, e il vecchio paralitico, lord Albermale, lo pigliava, lui, alla pari.

Laonde, il sabato sera, c’era folla in Pall Mall e nelle strade vicine. Sembrava un immenso attruppamento di sensali di borsa, stabiliti in permanenza nei paraggi del Reform-Club. La circolazione era impedita. Si discuteva, si disputava, si gridavano i corsi «del Phileas Fogg,» come quelli dei fondi inglesi. I policeman avevano un gran da fare a contenere la calca, e mano mano si avanzava l’ora alla quale doveva giungere Phileas Fogg, l’emozione pigliava proporzioni inverosimili.

Quella sera, i cinque colleghi del gentleman erano