Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/329

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disordine cagionato dagli intrusi — disordine e non guasto — perchè se avevano messo sossopra i mobili della camere, non avevano però spezzato nulla. Nab riaccese i suoi fornelli, e le provviste della dispensa furono un pasto sostanzioso al quale tutti fecero grande onore. Non fu dimenticato Jup, il quale mangiò con appetito mandorle di pinocchio e radici di rizzomi, di cui si vide largamente provvisto. Pencroff gli aveva slegato le braccia, ma giudicò conveniente di lasciargli le pastoje alle gambe fino a che si potesse contare sulla sua rassegnazione. Poi, prima di coricarsi, Cyrus Smith ed i suoi compagni, seduti intorno alla mensa, discussero alcuni disegni, la cui esecuzione era urgente. I più importanti ed i più premurosi erano: la costruzione d’un ponte sulla Grazia affine di mettere la parte sud dell’isola in comunicazione col Palazzo di Granito; poi la fondazione di un ricinto destinato ad alloggiare i mufloni e gli altri animali lanosi che convenisse catturare.

Come si vede, questi due disegni tendevano a risolvere la questione delle vestimenta, che era allora la più grave. Infatti il ponte doveva rendere più facile il trasporto dell’invoglio del pallone che fornirebbe la biancheria, ed il ricinto doveva fornire la raccolta della lana e con essa le vestimenta d’inverno. Quanto a quel ricinto, era intenzione di Cyrus Smith di porlo alle sorgenti medesime del rivo Rosso, là dove i ruminanti troverebbero nei pascoli un cibo fresco e copioso. Già la strada fra l’altipiano di Lunga Vista e le sorgenti era in parte aperta, e con un carro meglio costrutto del primo sarebbero più facili i carichi, specialmente se si riuscisse a catturare qualche animale da tiro. Ma se non vi era alcun inconveniente che il ricinto fosse lontano dal Palazzo di Granito, non sarebbe stato lo stesso del cortile, su cui Nab richiamò l’attenzione dei coloni. Bisognava infatti che i volatili fossero a portata del capo-cuoco,