Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/126

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menti, ed entrambi, già inclini al maraviglioso per indole, non erano lontani dal credere che l’isola fosse soggetta a qualche potenza soprannaturale.

Frattanto i brutti giorni erano venuti col mese di maggio, il novembre delle zone boreali. L’inverno sembrava dover essere aspro e precoce; laonde furono ripresi senza indugio i lavori dello svernamento. Del resto i coloni erano ben preparati a ricevere quell’inverno, per quanto dovesse esser pessimo.

Non mancavano le vesti di feltro; ed i mufloni, allora numerosi, avevano fornito abbondantemente la lana necessaria alla fabbricazione di quella stoffa calda.

S’intende che Ayrton era stato fornito di vestimenta comode. Cyrus Smith gli offrì di venire a passar la brutta stagione al Palazzo di Granito, dove starebbe meglio che al ricinto, ed Ayrton promise di farlo appena fossero terminati gli ultimi lavori del ricinto. Il che avvenne verso la metà d’aprile. Da quel tempo Ayrton divise la vita comune e si rese utile in ogni occasione; ma, sempre umile e triste, egli non prendeva mai parte ai piaceri dei compagni.

Durante la maggior parte di quel terzo inverno, che i coloni passavano all’isola Lincoln, essi stettero confinati nel Palazzo di Granito. Ci furono gran tempeste e terribili burrasche, che sembravano commuovere le rupi fin nella loro base; improvvise deviazioni del mare minacciarono di coprire l’isola, e certo qualunque nave ancorata sulle spiagge vi si sarebbe perduta. Due volte, durante una di queste bufere, le acque della Grazia crebbero tanto, da far temere che il ponte ed i ponticelli fossero portati via, e bisognò anzi consolidare quelli del greto, che sparivano sott’acqua quando il mare percoteva il litorale.

Naturalmente simili colpi di vento, paragonabili a trombe, in cui si mescevano pioggia e neve, cagionarono guasti sull’altipiano di Lunga Vista. Il molino ed il cortile ebbero specialmente a soffrire, ed i co-