Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/180

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piroga e si recarono sul luogo dell’arenamento. Era un peccato che le due scialuppe del brik non si fossero potute salvare, ma una, si sa, si era rotta alla foce della Grazia ed era assolutamente inservibile; l’altra era scomparsa col brik, schiacciata senza dubbio da esso, e non si era più vista. Già lo scafo dello Speedy cominciava ad emergere dalle acque. Il brik era peggio che coricato sul fianco, poichè, dopo aver rotto i suoi alberi sotto il peso della zavorra rimossa dalla caduta, se ne stava, per così dire, colla chiglia in aria.

Era stato veramente capovolto dalla inesplicabile e formidabile azione sottomarina, che si era in pari tempo fatta manifesta colla formazione di un’enorme tromba d’acqua.

I coloni fecero il giro dello scafo, e man mano che la marea calava, poterono riconoscere, se non la causa della catastrofe, almeno l’effetto prodotto.

A prua, dalle due parti della chiglia, sette od otto piedi prima del principiar dell’asta, i fianchi del brik erano spaventosamente lacerati per venti piedi almeno di lunghezza. Colà si aprivano due larghe falle che sarebbe stato impossibile acciecare. Non solo la fodera di rame ed i fasciami erano scomparsi, ridotti in polvere senza dubbio, ma non vi era nemmeno più traccia delle membrature medesime delle caviglie di ferro e di quelle di legno che la tenevano insieme.

Lungo lo scafo fino alle forme di poppa, le tavole disgiunte non stavano più insieme. La falsa chiglia era stata separata con violenza inesplicabile, e la chiglia, strappata dalla carlinga, in molti punti era rotta in tutta la sua lunghezza.

— Per mille diavoli! esclamò Pencroff. Ecco una nave che sarà difficile mettere a galla.

— Dite che sarà impossibile, rispose Ayrton.

— In ogni caso, fece osservare Gedeone Spilett al marinajo, l’esplosione, se pur vi fu esplosione, ha prodotto bizzarri effetti. Ha spaccato lo scafo della nave