Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/22

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vello del corridojo del Palazzo di Granito e che comunicava col mare dal momento che una volta serviva di passaggio alle acque del lago.

Perchè mai Top girava così di frequente intorno a quell’orifizio? Perchè si lasciava sfuggire così bizzarri latrati, quando una specie d’inquietudine lo traeva verso quel pozzo? E perchè Jup s’univa a Top nella comune ansietà? Quel pozzo aveva forse altre diramazioni oltre la comunicazione verticale col mare? Si ramificava esso mai verso altre parti dell’isola? Ecco ciò che Cyrus Smith voleva sapere ed essere il primo a saperlo.

Aveva egli dunque risoluto di tentar l’esplorazione del pozzo durante un’assenza dei compagni, e si presentava l’occasione di farlo. Era facile discendere fino in fondo al pozzo, adoperando la scala di corda che più non serviva dopo l’adattamento dell’ascensore e la cui lunghezza era sufficiente. Gli è ciò che fece l’ingegnere. Trasse la scala fino a quel buco, il cui diametro misurava circa sei piedi, e la lasciò svolgere dopo di averne saldamente assicurato l’estremità superiore. Poi, accesa una lanterna, presa una rivoltella e messo alla cintola un coltello, cominciò a scendere i primi scalini.

Da per tutto la parete era piana, ma qua e là vi erano sporgenze di roccia, per mezzo delle quali sarebbe stato veramente possibile ad un essere agile l’elevarsi fino all’orifizio del pozzo. È un’osservazione che fece l’ingegnere; ma guardando attentamente alla luce della lanterna, non trovò alcuna impronta nè alcuna rottura che potesse far credere avessero quelle sporgenze servito ad una scalata antica o recente.

Cyrus Smith scese più giù, rischiarando tutti i punti della parete.

Non vide nulla di sospetto.

Quando l’ingegnere fu giunto agli ultimi gradini,