Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/220

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mantenuta nella temperatura conveniente, aveva impedito del tutto l’infiammazione delle piaghe. Anzi parve a Spilett che l’acqua sulfurea — a cagione della vicinanza del vulcano — avesse effetto più diretto sull’infiammazione. Le ferite suppuravano già molto meno; in grazia delle cure di cui Harbert era circondato, tornava alla vita e la sua febbre scemava ogni giorno. Era d’altra parte sottoposto ad una dieta severa, e perciò la sua debolezza era e doveva essere estrema, ma non gli mancavano le tisane, ed il riposo assoluto gli faceva un gran bene.

Cyrus Smith, Gedeone Spilett e Pencroff erano divenuti abilissimi nel bendare il ferito. Tutta la biancheria di casa era stata sacrificata. Le piaghe di Harbert, coperte di compresse e filaccie, non venivano strette nè troppo nè poco, in guisa da cicatrizzare senza produrre reazione infiammatoria. Il reporter metteva in quei bendamenti la massima cura, sapendo bene quale ne fosse l’importanza e ripetendo ai compagni ciò che molti medici riconoscono volentieri: cioè che è più raro vedere un bendamento ben fatto che un’operazione ben fatta.

In capo a venti giorni, il 22 novembre, Harbert stava molto meglio. Aveva cominciato a prendere cibo; gli tornava il colore alle guancie ed i suoi occhi sorridevano dolcemente agli infermieri. Parlava anche un poco, malgrado gli sforzi di Pencroff, il quale chiacchierava come un mulinello per impedirgli di prendere la parola e raccontava cento storielle una più stravagante dell’altra. Harbert lo aveva richiesto di Ayrton, cui si stupiva di non vederlo intorno a sè, immaginandosi che fosse al ricinto; ma Pencroff, non volendolo affliggere, andava dicendo che Ayrton aveva raggiunto Nab per difendere il Palazzo di Granito.

— Quei pirati!... diceva egli: ecco per esempio dei gentiluomini che non hanno più diritto a riguardi di sorta. Ed il signor Smith che voleva domarli coi sen-