Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/245

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le vaste parti della penisola che comprendevano la penisola Serpentina, la riva destra della Grazia e la sinistra del rivo della Cascata, e quella rete capricciosa di contrafforti e di contravalli che sopportava i tre quarti della base del monte Franklin all’ovest, al nord ed all’est, dove senza dubbio esistevano profonde grotte. Laonde molte migliaja di acri dell’isola erano sfuggite alle loro investigazioni.

Fu dunque deciso che la spedizione si facesse al Far-West, in modo da riunire tutta la parte situata alla destra della Grazia.

Forse sarebbe stato meglio dirigersi prima al ricinto, ove era a temere che i deportati fossero tornati nuovamente o per rifugiarvisi o per devastare. Ma, o la devastazione del ricinto era oramai un fatto compiuto, nè si poteva giungere in tempo; o i deportati avevano avuto interesse a chiudervisi, ed in questo caso doveva sempre esservi tempo ad assediarlo.

Dopo molto discutere, fu dunque mantenuto il primo disegno, ed i coloni risolvettero di recarsi attraverso i boschi al promontorio del Rettile, coll’accetta in mano, gettando le prime traccie di una via che mettesse in comunicazione il Palazzo di Granito coll’estremità dell’isola, per sedici o diciassette miglia di lunghezza.

Il carro era in perfetto stato. Gli onaggas, riposati, potevano fare un lungo tragitto. Viveri, arnesi d’attendamento, cucine portatili ed altro furono caricati sul carro. Armi e munizioni erano state scelte con cura nell’arsenale, ora completo, del Palazzo di Granito. Ma non bisognava dimenticare che i deportati vagavano forse pei boschi e che in mezzo a quelle fitte foreste una scioppettata era presto sparata e ricevuta. Era necessario che il drappello rimanesse compatto, e non si dividesse per nessun pretesto. Fu pure deciso che non rimarrebbe nessuno al Palazzo di Granito.