Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/285

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acquistavano la durezza del ferro, divenne difficilissimo da lavorare, e verso il 10 giugno bisognò assolutamente abbandonare la costruzione del battello.

Cyrus Smith ed i suoi compagni sapevano quanto la temperatura fosse aspra negl’inverni dell’isola Lincoln. Il freddo era paragonabile a quello degli Stati della Nuova Inghilterra, situati pressochè alla medesima distanza dall’equatore. Se nell’emisfero boreale, od almeno nella parte occupata dalla Nuova Bretagna e dal nord degli Stati Uniti, codesto fenomeno si spiega colla conformazione piana dei territori che confinano col polo, e sui quali non è rialzo di terra che ponga ostacolo ai venti, per l’isola Lincoln tale spiegazione non poteva valere.

— Fu anzi osservato, diceva un giorno Cyrus Smith ai compagni, che, a latitudini uguali, nelle isole e nelle regioni del litorale fa meno freddo che nei paesi mediterranei. Ho spesso inteso dire che gl’inverni della Lombardia, per esempio, sono più rigidi di quelli della Scozia, e ciò deriva da questo, che il mare restituisce nell’inverno i calori ricevuti nell’estate. Le isole sono adunque nelle migliori condizioni per godere i benefizî di tale restituzione.

– Ma allora, signor Cyrus, domandò Harbert, perchè l’isola Lincoln sembra sottrarsi alla legge comune?

— Questo è difficile da spiegare, rispose l’ingegnere. Pure, sono propenso ad ammettere che tale singolarità derivi dalla condizione dell’isola nell’emisfero australe che, come tu sai, figliuolo mio, è più freddo dell’emisfero boreale.

– Sicuro, disse Harbert, e i ghiacci galleggianti s’incontrano in latitudini più basse nel sud che nel nord del Pacifico.

– Questo è vero, rispose Pencroff. Quando io faceva il baleniere, ho visto dei massi di ghiaccio fino in faccia al capo Horn.