Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/91

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e se affermò impudentemente che il naufragio era avvenuto sulla costa est, se indusse lord Glenarvan a lanciarsi in quella direzione, egli è che sperava di separarlo dalla sua nave, di rendersi egli padrone del Duncan e di farne un pirata del Pacifico.»

A questo punto l’incognito s’interruppe un istante, gli tremava la voce; ma tosto ripigliò a dire:

«La spedizione partì e si diresse a traverso la terra australiana. Fu naturalmente disgraziata, giacchè Ayrton o Ben Joyce, come si voglia chiamarlo, la dirigeva, ora preceduto, ora seguito dalla sua banda di deportati che era stata avvertita del colpo da fare. Frattanto il Duncan era stato mandato a Melbourne per riparare alcune avarie. Si trattava dunque di indurre lord Glenaryan e dargli l’ordine di lasciare Melbourne e di recarsi sulla costa est dell’Australia, dove sarebbe facile impadronirsene. Dopo d’aver guidato la spedizione molto presso a quella costa, in mezzo a vaste foreste dove mancava ogni cosa, Ayrton ottenne una lettera che si era incaricato di portare al secondo del Duncan, lettera che conteneva l’ordine di recarsi sulla costa est, alla baja di Twofold, vale a dire a poche giornate da dove si era fermata la spedizione. Era là che Ayrton aveva dato convegno ai suoi complici.

«Nel momento che stava per essergli consegnata questa lettera, il traditore fu smascherato, e non ebbe altro scampo che la fuga. Ma la lettera, che doveva dargli il Duncan, bisognava averla ad ogni costo. Ayrton riuscì ad impadronirsene, e due giorni dopo era à Melbourne.

«Fin allora il colpevole era riuscito nel suo disegno. Egli aveva speranza di condurre i deportati nella baja di Twofold; colà doveva essergli facile impadronirsi della nave. Dio doveva arrestarlo allo scioglimento del suo funesto disegno. Ayrton, giunto a Melbourne, consegnò la lettera al secondo, Tom Austin,