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CAPITOLO II.
Lo speco di Stratonica.
Andavano pertanto, siccome si è narrato nella fine del precedente libro, Saffo e la seguace fuori della porta orientale; e giunsero alla foresta ch’era alle falde del monte, in cui vedeasi lo speco. S’immersero in quelle ombre oscure quanto i loro pensieri, e null’altro udivano per quel tratto di via, se non le grida di uccelli selvaggi, il romor delle foglie scosse dall’aura sulle piante e da’ loro piedi, quelle, che divenute aride ne ingombravano il sentiero. Apparve loro innanzi l’adito della grotta segreta, non più spazioso di quanto è sufficiente all’ingresso di un uomo. Era questa una fessura nel macigno del monte, ricoperta nelle labbra di serpeggiante edera, entro le foglie della quale esalava denso fumo,