Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/168

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dosi gli occhi col manto, e con lei fu costretta ad ululare la seguace quantunque esperta; ma visto appena quest’oggetto spaventevole, Stratonica percosse colla verga fatale la di lui tromba, che sull’ara cadde, e fu consunta dalle fiamme in minor tempo ch’io non lo dico, e in minor tempo ancora si cangiò quel mostro in vaghissima donzella coronata di mirto, ricoperta di candido velo trasparente, raccolto a i lombi con una fascia oscura. E mentre Saffo, credendola Ecate, già si prostrava, ella sparve, si estinse la fiamma sull’ara, risonò l’antro di voci confuse, come quelle della moltitudine convocata, e quindi ritornò di nuovo il sacro silenzio, e la calma primiera. Che prodigj sono questi! (esclamò con voce ancora tremante la fanciulla, attaccandosi alle vesti di Rodope). Sospendi per pietà, o sapientissima donna, così orrende apparizioni, perchè non ha forza la mia pupilla di rimirarle, nè il mio cuore di sostenerle. Non temere, o anima im-