Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/250

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onde dopo che si è sforzato di estendersi in così ampio circuito, altro non gli rimane, che stanchezza ed ammirazione. Ma già vedi, che Boote si rivolge al mare, e ci dimostra che la notte ha trapassato la metà del suo placido corso, e però ne invita a immergere nelle di lei ombre la nostra filosofia; e tu fors’anco non meno stancata dagli urti del mare che dal mio loquace ragionamento, desideri saziarti nella tranquillità del sonno. Troppo è lungi dalle mie palpebre (diss’ella) e così grati mi sono i tuoi ragionamenti, che ti udirei ben volentieri narrarmi le amorose vicende, poichè mi hai descritte le civili; ma ben veggo, che intempestiva è l’ora, e però ti concedano gli Dei quel dolce sonno, che in vano implora una pupilla destinata dalla sorte crudele a lagrime perenni. Volentieri (disse egli) io teco ragionerei fino all’alba, perchè gratissimo trattenimento è il raccontare i proprj casi a chi li ascolta