Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/270

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          Che se da te rivolge il piè fugace
     Quell’ingrato garzon che ti ha delusa,
     Tempo verrà che all’orme tue seguace
     Quei prieghi t’offrirà ch’oggi ricusa.
     
          Così dicea tuo labbro: e s’è fallace,
     Negletta Saffo che sperar presumi?
     Del garzon la ripulsa fu verace,
     E per tuo inganno sono infidi i Numi.


Lo cantò quindi il giorno seguente a’ commensali, accompagnandolo colla cetra; e quelli io non so dire se l’ascoltarono con maggior diletto o con maggior maraviglia, perchè concorrevano, il canto, la voce, la perizia del suono, l’armonía de’ carmi. Per lo che, accesi gli animi da’ rari pregj di così divino ingegno, pregavanla di comporre quando su di un soggetto e quando su di un altro; ed essa per lo più improvvisamente, siccome involontario organo di Febea inspirazione, formava senza sforzo alcuno, piacevoli versi su le proposte materie. Ella medesima non si maravigliava meno di se stessa, come quella,