Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/28

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12 le avventure

gannevole soffio del vento capriccioso, ritornava l’aura al silenzio, muta come ne’ deserti, ed i nocchieri omai stanchi per lunga noja, s’erano alla fine sdrajati dormendo la maggior parte all’ombra delle vele.

Faone sedeva intanto sul lido, entro di un ombroso speco alla fresca aura cantando marine preci a Nettuno ed a Teti, in parte per distogliersi dal tedio e in parte per desiderio di vento propizio; quando gli si presentò, come vapore che sorge dal mare all’improvviso, una vaghissima donzella, non avendo prima inteso ch’ella entrasse nello speco o per qualche leggiero calpestío delle orme, o per qualche rumore dell’avvolta gonna o del manto. Lo che egli ascrisse alla distrazione de’ suoi pensieri, per la quale gli era sembrato così all’improvviso presentarglisi la fanciulla, onde a lei rivolto in principio con sorpresa, ma poi guardandola molto soavemente; Che brami, disse, o bellissima donzella? E quindi