Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/280

Da Wikisource.

dosi su quelle tetre rupi le mostrava grondanti e spumose, siccome presagio funesto di contraria fortuna; il mare turbato ripeteva i varj mesti colori del cielo caliginoso, il flutto emulava i muggíti del vento, e fra loro non si distinguevano le grida de’ nocchieri. Intanto stesi fuori tutti i remi, e curvandosi lo stuolo intiero de’ remiganti, si sforzavano i miseri di ritorcere in alto il corso, ma alla fine urtò il legno ne’ scoglj insidiosi, e in meno ch’io lo narro, fu assorto nell’onde. Apparvero quindi i naufraghi dispersi, altri luttando con la morte, altri già estinti galleggiavano, miserabil segno a quelli, che soffiavano nel flutto, confinante colle loro labbra. Due Cretesi nocchieri, più esperti degli altri nell’artificio di nuotare, sarebbero egualmente periti, se attaccandosi, per loro ventura, ad una ampia tavola, non fossero stati spinti insieme sull’arenoso lido. Ancora tremanti stringevano la tavola, non avve-