Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/295

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ella con volto sereno si reggeva sull’acque come alcione che si riposa dal lungo volo disceso dalle nubi a far preda de’ pesci. Quindi avveniva, che ora apparisse la Dea in alto sul cumulo delle acque, ed ora mi fosse ascosa entro i gorghi di quelle, ond’io viepiù anelante ogni qual volta la rivedevo, e disperato qualora sparisse, soffriva entro di me nuova barbara procella di timore e di speranza. Così avendomi quella Dea, per se stessa lusinghiera, alquanto deluso, forse perchè la seguente sua benignità mi fosse più grata, tolse alla fine uno de’ veli suoi, che avea disciolti il vento, ed a me che già periva chinandosi, me lo avvolse come fascia sotto il petto, e quindi lo annodò agli omeri colle candide mani, e mi trasse dall’onda in alto fuori, subitamente per l’aere volando: Io, quantunque appeso alla mano divina, volsi giù gli occhi con orrore al flutto già lontano, mentre dalle mie vesti ancora grondava copio-