Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/298

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or ora da Eutichio amico ed ospite mi vedete approdato. Ma io avrei gustato pienamente così maravigliosa benignità di Venere, e con purissimo diletto a voi che l’ascoltate cortesemente, narrandola nuovamente la gusterei, se non avessi ritrovata costei, pregiatissimo ornamento della nostra patria, in così misero languore. Ma però molto mi conforta l’animo nel vedere, che non senza maraviglia, e con segni di pietà tu ascolti le mie stranissime avventure. Così diceva egli, perocchè Saffo tutta assorta nella piacevole facondia dell’amata favella, ne accompagnava la narrazione con involontarj moti sul volto, or di timore or di commiserazione, or di gioja, secondo le varie circostanze del descritto avvenimento. In questa guisa bevve la misera, e più copiosamente che mai, la coppa avvelenata del suo fatale Amore, del quale avea sperato così fallacemente essere omai libera. Ma Venere non le aveva permessa una