Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/30

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intanto quì tu meco rimanga, e altronde, come potrai delicata fanciulla, tollerare gli assalti del flutto procelloso, e rimirar senza orrore gli scogli disseminati nelle acque immense, e come andar tu vuoi sola esposta ai disagj di lunga navigazione? Così diceva il nocchiero già desideroso, più di trattenersi in quell’antro con sì leggiadra compagna guardando il mare tranquillo, che di solcarlo fra i pericoli. Ormai desiderava, che non soffiasse il vento, per non essere costretto a scioglier le ancore; imperocchè la soavità del presente ozio avea spento in lui il passato desiderio, e quelle preci, che prima avea rivolte al cielo, era disposto di indirizzare a lei. Ma l’incognita donzella; Io sono, disse, avvezza, più che non credi, a varcare i cerulei campi dominati da Nettuno, mi richiamano a Cipro necessarie faccende, e quanto al soffio de’ venti, che tu accusi di lungo silenzio, guarda ch’eglino già gonfiano le guance, e ti dirigono in Cipro. Così