Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/305

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ma poi instando ella con ripetute inchieste, trasse alla fine dal labbro di lui quell’amarissima novella, che frenava con amichevole silenzio. Or qui taluno crederà, che Saffo prorompesse in quella occasione in ismanie disperate, ed irrigasse di pianto il seno dell’affettuoso ospite, abbandonando in quello il volto lagrimoso, o che forse correndo per gli alberghi ululasse, siccome altre volte avea fatto ne’ maggiori trasporti del suo dolore; ma così non avvenne. Ella vidde in quel punto oscurato per sempre ogni raggio di speranza, e però la immensità del suo affanno non ritrovò la via di uscire in singulti, o disacerbarsi con le grida, onde rimase, come agnello caduto dagli artiglj dell’aquila rapace, sollevata presso le nubi. E per verità finchè l’angoscia si sfoga in lamenti, quantunque acerbissima, alquanto se ne sgrava il peso, e ciò che è più da considerarsi, ella non è, in quel caso, superiore alla sufficienza delle parole;