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Faone è il crudo giovane,
Che Amor mi offerse al guardo,
Che per mia pena il perfido
Punse con ferreo dardo.
Per lui sospiri e lagrime,
Spargo sovente in vano:
In van sul plettro sciogliere
Tento l’esperta mano.
Sensi destar men rigidi
Cerco in quel core ingrato:
Ma, ohimè! che tutto è inutile;
Amor me ’l vieta, e il fato.
Ah! tu del Nume instabile
Tu doma il folle orgoglio,
E quanto i carmi possano
Vegga con suo cordoglio.
Giunse il pastor di Tracia
Per l’aspre Emonie selve
Le stesse rupi a frangere
A impietosir le belve.
Novelle mura sorgere
Di Tebe assiso in trono
Vide il figliuol d’Antiopa
Della sua cetra al suono.