Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/47

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costringe quasi il cielo ad atterrirci colle pene, perchè non intendiamo la di lui benignità.

Era già sparsa la fama della bellezza di Faone, non che nella città di Mitilene, in tutta l’Isola di Lesbo, ed oltre il mare; nè solamente egli superava nell’avvenenza la gioventù del tempo, come giacinto in mezzo di languidi fiori, ma ancora nell’agilità, e forza nelle membra in ogni esercizio. Perlochè non vi era atleta più robusto, cursore più veloce, lottatore più snello, condottiero di cocchi negli stadj più destro di lui. La quale eccellenza di pregj riempiva d’invidia i coetanei garzoni, d’ammirazione gli uomini provetti, e di violento amore l’animo delle tenere fanciulle.

Ma Saffo quantunque sentisse spesso ragionare di questo portento, persisteva nondimeno a gloriarsi, che non mai sarebbe divenuta serva di Amore, deridendo la viltà di quelle, che soccombevano al di lui giogo. Anzi tant’era lungi dal