Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/84

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considerate così straordinarie inquietudini, e però disse; Donde avviene che a te, poc’anzi tanto assidua a questi lavori, brevissimo trascorrea l’intiero corso diurno, ed ora sembra prolisso lo spazio di un momento? Oh te beata, proruppe Saffo, a cui il cielo non turba la serenità de’ pensieri! E come fai a compiacerti lungamente di un insipido lavoro? Dorilla a lei sempre placida rispose: Giacchè ora ti sembra nauseoso, nè so per qual nuova inquietudine, proccura di rattemprarla col suono della cetra seguace del mio canto. Così dicendo, lasciò di tessere, appoggiando le mani sulle ginocchia, cogli occhi rivolti al cielo, sciolse la bella voce in sacro inno. Esprimeva il di lei canto la preghiera di Orfeo, che supplichevole va in traccia di Euridice nell’inferno, e tant’era la soavità della di lei voce, che quantunque uscisse da un petto non ancora acceso dalla fiamma di amore, nondimeno, per naturale dolcezza, lo esprimeva, commovendo l’ani-