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Ma poichè ristretti gli elementi alla sola consumazione, e riproduzione, non possiamo aver altra idea di Società, che quella d’uomini Pastori, ed Agricoltori, tra’ quali non si verificano i fenomeni della moneta; così l’Autore vi unisce finalmente nel terzo caso l’Industria, e questa è l’elemento principale, e la costante, che deve regolare tutto il calcolo della Politica Economia; e per conseguenza doveva dirsi, che ove l’annua riproduzione, e il valore delle manifatture per una felice esportazione eccede la consumazione, e l’interno bisogno della nazione, ivi deve accrescersi la massa della moneta; donde ne verrà alzamento de’ prezzi ne’ generi, aumento di Popolazione, diminuzione degl’interessi del danaro, accrescimento d’arti, e di agricoltura, che sono i veri segni della Prosperità, e ricchezza d’una Nazione; e che sono effetti non della natura madre inerte e indifferente, ma dell’opera dell’uomo animato, del buon sistema politico, ed economico formato dalla mano benefica, e legislatrice d’un Sovrano, oppure dalla forza d’una Legge, che premj l’industria, impedisca la frode, mantenga una disciplinata libertà fra gl’Individui componimenti la Società, ed allontani più che sia possibile l’anarchia prediletta da chi ama l’arbitrio, e la forza, e che non è atto a conoscere lo stato di barbarie, in cui l’uomo ritornerebbe, allorchè non si conducesse con altre Leggi che con quelle della natura.



B 3 §. IV.