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certamente minore; la moltiplicazione de’ coltivatori, e per conseguenza de’ consumatori sarebbe solo apparente, e diminuirebbe poscia in una proporzione accelerata.

Giova quì azzardare in questo proposito una riflessione non estranea all’oggetto, che quì si tratta. La disuguaglianza de’ beni non è tanto proporzionata alle circostanze Politiche, e Morali di una Nazione, quanto alle circostanze fisiche, e locali di quella; giacchè quelle si subordinano, e si piegano a poco a poco a queste. Dappertutto, ove la natura della Coltivazione sia tale, che poco prodotto sia percettibile su di molto terreno, ivi si tenderà alla disuguaglianza delle fortune, ed all’accumulamento in mano di pochi: per lo contrario dove molto prodotto si raccoglie su poco terreno, ivi tenderassi alla divisione delle fortune. A misura che il rapporto del prodotto allo spazio produttore è diverso, si va graduando proporzionatamente la diversa ampiezza delle fortune degl’Individui di una Nazione, appunto perchè in questa proporzione cresce il numero de’ Venditori, e de’ Compratori. Ma non è questo il luogo di sviluppare più a lungo queste riflessioni, le quali divengono praticamente meno utili a misura che sono più astratte, e generali. Mi si opporranno gli Svizzeri, nei quali la sterilità del terreno si combina colla divisione delle fortune; ma egli è facile rispondere, facendo riflettere, che ivi sono grandissime estensioni di terreni comunali; i più grandi Proprietarj sono le Co-


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