Pagina:Verri - Osservazioni sulla tortura, Milano 1843.djvu/17

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sulla tortura. 9


Attestano che ciò accadde alle ore otto, che era giorno fatto, e che pioveva. Le due donne sparsero nel vicinato immediatamente il susurro di aver veduto chi faceva le unzioni malefiche, riguardo alle quali in processo poi la Trocazzani Rosa disse aveva veduto colui a fare certi atti attorno alle muraglie, che non mi piacciono niente. La vociferazione immediatamente si divulgò da una bocca all’altra, come risulta dal processo; si ricercò se le muraglie fossero sporche, e si osservò che dall’altezza di un braccio e mezzo da terra vi era del grasso giallo, e ciò singolarmente sotto la porta del Tradati1, e vicino all’uscio del barbiere Mora. Si abbruciò peglia al luogo delle unzioni, si scrostò la muraglia, fu tutto il quartiere in iscompiglio.

Prescindasi dalla impossibilità del delitto. Niente è più naturale che il passeggiare vicino al muro, allorchè piove, in una città come la nostra, dove si resta al coperto della pioggia. Un delitto così atroce non si commette di chiaro giorno, nel mentre che i vicini dalle finestre possono osservare; niente è più facile che lo sporcare quante muraglie piace col favore della notte. Su di questa vociferazione il giorno seguente si portò il capitano di giustizia sul luogo, esaminò le due nominate donne, e quantunque nè esse dicessero di avere osservato che il muro sia rimasto sporco dove il Piazza pose le mani, nè i siti ne’ quali si era osservato l’unto giallo corrispondessero ai luoghi toccati, si decretò la prigionia del commissario della sanità Guglielmo Piazza.

Se lo sgraziato Guglielmo Piazza avesse commesso un delitto di tanta atrocità, era ben naturale, che, attento all’effetto che ne poteva nascere, e istrutto del rumore di tutto il vicinato del giorno precedente, non meno che della solenne visita che il giorno 22 vi fece ai luoghi pubblici sulla strada il capitano di giustizia, si sarebbe dato a una immediata fuga: gli sgherri lo trovarono alla porta del presidente della sanità, da cui dipendeva, e lo fecero prigione. Visitossi immediatamente la casa del commissario Piazza, e dal processo risulta che non vi si trovarono nè ampolle, nè vasi, nè unti, nè danaro, nè cosa alcuna che desse sospetto contro di lui.

Appena condotto in carcere Guglielmo Piazza fu immediatamente interrogato dal giudice, e dopo le prime interrogazioni venne a chiedergli se conosceva i deputati della parrocchia, al che rispose che non li conosceva. Interrogato se sapesse che sieno state unte le muraglie, disse che non lo sapeva. Queste due risposte si giudicarono bugie e inverisimiglianze.

  1. Anche oggi giorno in quel distretto vi abita Giuseppe Tradati colla madre vedova; ma non essendo in casa propria, e pagando pigione al signor Ceriani proprietario, non so se abbia niente di comune con quei che in que’ contorni alloggiavano un secolo e mezzo fa.