Pagina:Verri - Osservazioni sulla tortura, Milano 1843.djvu/24

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gli uomini. Per sottrarsi l’infelice Mora promise che avrebbe detta la verità se cessavano i tormenti: si sospesero. Calato al suolo disse: La verità è che il commissario non ha pratica alcuna meco. Il giudice gli rispose che questa non è la verità che ha promesso di dire, perciò si risolva a dirla, altrimenti si ritornerà a far levare e stringere. Replicò lo sgraziato Mora: Faccia V. S. quello che vuole. Si rinnovarono gli strazj, e il Mora urlava Vergine santissima sia quella che m’ajuta. Sempre se gli cercava la verità dal giudice, egli ripeteva: Veda quello che vuole che dica, lo dirò. L’eccesso dello spasimo attuale era quello che l’occupava, e finalmente disse il Mora: Gli ho dato un vasetto pieno di brutto, cioè di sterco, acciò imbrattasse le muraglie, al Commissario. Con tal espediente fu cessato il tormento, quindi per non essere nuovamente ridotto alle angoscie viene a dire: Era sterco umano, smojazzo, perché me lo dimandò lui, cioè il Commissario per imbrattar le case, e di quella materia che esce dalla bocca dei morti. Vedesi la produzione forzata dalla mente di un miserabile oppresso dallo spasimo. Lo sterco e il ranno non bastavano a dar la morte: egli inventa la saliva degli appestati; poi proseguendo le interrogazioni e le risposte, dice il Mora che ebbe dal commissario Piazza per il peso di una libbra di quella materia della bocca degli appestati, e la versò nella caldaja, e che gliela diede per fare quella composizione onde si ammalassero molte persone, e avrebbe lavorato il Commissario, e col suo elettuario avrebbe guadagnato molto il Barbiere. Conclude col dire che questo concerto fu fatto, trattandosi così tra noi ne discorressimo.

Il Piazza che aveva levata l’impunità non diceva niente di tutto ciò. Anzi diceva di essere stato invitato dal Mora. Come mai raccogliere clandestinamente tanta bava per una libbra? Come raccoglierla senza contrarre la peste? Come riporla nella caldaja, onde la moglie, i teneri incauti figli si appestassero? Come conservarla dopo le solenni procedure, e lasciarsi un simil corpo di delitto? Come sperar guadagno vendendo l’elettuario: mancavano forse ammalati in quel tempo? Non si può concepire un romanzo più tristo e più assurdo. Pure tutto si credeva, purché fosse atroce e conforme alle funeste passioni de que’ tempi infelici. Il giorno vegnente, cioè il primo di luglio, fu chiamato il Mora all’esame per intendere se ha cosa alcuna da aggiungere all’esame e confessione sua che fece jeri, dopo che fu omesso da tormentare, ed ei rispose: Signor no, che non ho cosa da aggiungervi, ed ho più presto cosa da sminuire. Che cosa poi avesse da sminuire lo rispose all’interrogazione: Quell’unguento che ho detto non ne ho fatto mica, e quello che ho detto, l’ho detto per i tormenti. A tale proposizione fugli minacciato, che se si ritrattava dalla verità detta il giorno avanti, per averla si verrà contro di lui ai tormenti: a ciò rispose il Mora: Replico che quello che dissi jeri non è vero niente, e lo dissi per i tor-