Ahi ahi, chi l’avria detto? appena il credo:
Quel ch’io la notte e ’l dì pregar soleva
E sospirar, m’è dato, e morte chiedo.
Quanto sperar, quanto gioir mi leva
E spegne un punto sol! com’egli è scuro
Questo dì che sì vago io mi fingeva!
Amore, io ti credetti assai men duro
Allor che desiai quel che m’ha fatto
Miser fra quanti mai saranno o furo.
Già t’ebbi in seno; ed in error m’ha tratto
La rimembranza: indarno oggi mi pento,
E meco indarno e teco, amor, combatto.
Ma lieve a comportar quello ch’io sento
Fora, sol ch’anco un poco io di quel volto
Dissetar mi potessi a mio talento.
Ora il più rivederla oggi m’è tolto,
Ella si parte; e m’ha per sempre un giorno
In miseria amarissima sepolto.
Intanto io grido, e qui vagando intorno,
Invan la pioggia invoco e la tempesta
Acciò che la ritenga al mio soggiorno.
Pure il vento muggia ne la foresta,
E muggia tra le nubi il tuono errante,
In sul dì, poi che l’alba erasi desta.