Pagina:Versi del conte Giacomo Leopardi.djvu/70

Da Wikisource.

( 70 )



XVIII


Già tutta armata, e minacciosa in volto
    Sta la gente in sul lido, e i topi attende;
    Quando al coro de’ numi in cielo accolto
    Giove in questa sentenza a parlar prende:
    Vedete colaggiù quei tanti e tanti
    Guerrieri, anzi Centauri, anzi Giganti?



XIX


Verran presto a le botte. Or chi di voi
    Per li topi sarà? chi per le rane?
    Palla, tu stai da’ topi: e’ son de’ tuoi;
    Chè presso a l’are tue si fan le tane,
    Usano a i sacrifizi esser presenti
    E col naso t’onorano e co’ denti.



XX


Rispose quella: o padre, assai t’inganni:
    Vadan, per conto mio, tutti a Plutone;
    Ché ne’ miei tempii fanno mille danni,
    Si mangian l’orzo, guastan le corone,
    Mi succian l’olio, onde m’è spento il lume;
    Talor anco lordato hanno il mio nume.