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Val Vegezza. 109

Vi son lì presso anche delle rilegature di duro quarzo. Questo caolino seccato diviene finissima polvere: messo al fuoco d’una fornace, imbianca maggiormente e s’indura; e pare che debba prendere la semi-vetrificazione della porcellana, se verrà esposto al fuoco necessario. Per mezzo del borace fondesi in un vetro bianco. Certo è che i cristalluzzi di questa sostanza somigliano affatto a quei che risultano dal disfacimento dei cristalli bianchi del feldspato e della laumonite di Baveno. Questa nostra terra ha pure la facoltà d’imbiancar l’olio, che il ch. Bonvicino trovò in quella di Baudissero.

Poche ore di là distante, sul monte che sta all’est, vi sono delle acque sulfuree termali, ma per la loro soverchia altezza, e l’incomoda via, son trascurate. Da Craveggia vi si va in quattr’ore. Non tacerò essermi stato detto che un forte puzzo d’acqua epatica sentesi nel monte meridionale della valle sopra Malesco; ma le acque sulfuree colà non sono conosciute.

Chi da Crana vuol percorrere la valle, o tiensi alla sinistra del fiume, e passa per Vocogno (dal qual nome Guido Ferrari argomenta che in questa valle abitassero i Vocontii) per Graveggia, Dernasco, Prestinone, Fosseno, Bertogno, le Villette, Re e Felsogno; o tiensi alla destra, e va a S. Maria,