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172 Da Luino a Varese.

Pini. Il primo dalla figura, dal colore, dalla quantità del sasso, e dal nome stesso d’uno d’essi, che chiamasi Monte bruciato, argomentò che que’ monticelli fossero opera del fuoco; tanto più che il sasso rossiccio ha sovente delle cavità e de’ bucolini, anche talora allungati, simili a quelli che il fuoco nelle lave produce: ha delle rilegature e fasce irregolari di colore diverso, che sembrarongli indicare trascorrimento di sostanze fuse: ha a luogo a luogo certe cristallizzazioni a forma di rognone d’una pasta simile a corniola, che fanno risovvenire le perle silicee de’ vulcani: ha de’ grandissimi massi dall’alto al basso d’un impasto vitreo nero e di facil fusione, che egli chiamò lava vitrea: e questi spezzansi sempre a rombi, o a quadrati di varie grandezze con angoli taglienti, e dotati sono de’ due poli magnetici, cosicchè da un lato attraggono, e dall’altro rispingolo l’ago calamitato; e di questi poli il negativo è al nord, il positivo al sud. Hanno altresì una proprietà singolare. Toccati contemporaneamente a vetri neri di vetraia o di fornace di calce, non sono più elettromotori; toccati contemporaneamente all’ossidiana, sono com’essa elettromotori negativi, come il sono per sè soli; il che può somministrare una prova d’essere essi volcanici. Tai sassi trovansi in luogo al Prato della Selva, e lungo la strada