Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/208

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188 Rivoluzioni fisiche.

Rimarchevoli sono su que’ monti e alle sponde, ove dai monti precipitano, i massi enormi di granito di varie maniere e sovente di tal qualità, per cui credonsi venuti dalle più sublimi e lontane alpi. Così il granito a grossi cristalli di feldspato bianco, detto da noi scerizzo ghiandone che è il più comune, non trovasi, come nocciolo di monte e a grandi strati, se non al San Gottardo.

Chi, in vista di ciò, ama formare sistemi, immaginar può che una grande catastrofe, cagionata da troppo vicina cometa, abbia portata dal N. al S. un’immensa quantità d’acqua, la quale abbia seco strascinati sui monti comaschi e su gli altri, che allora erano un piano, tutti que’ massi; che abbia scavato il lago colla sua caduta, e siasi per lungo tempo sostenuta altissima, al segno d’aver presso Como un emissario che le acque del lago gettasse nell’alveo attuale dello Sceveso, il quale gran fiume esser doveva, siccome dimostralo l’ampiezza del suo antico letto. Allora le terre e i sassi che cadeano da’ monti per le piogge, arrestavansi, come pur ora fanno, al giugnere al contatto del lago, e formavano de’ torrenti d’alluvione, e de’ bassi fondi sporgenti entro il lago stesso. S’abbassò questo per qualche rottura fatta o sopra Como, o sotto Lecco, o presso Malgrate,