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226 Varrone.

Si tragitta il Varrone sur un ponte, ove strettissimo ma assai profondo è il letto del fiume. Se questo si percorra con occhio attento, vi si vedranno massi di granito, serpentino e porfido di tante varietà, che forse è inferirne che dalle diverse giogaie dei monti siano qui stati portati. Sono ivi i forni di fusione pel minerale di ferro che dal monte Solivo o dal Varrone vi si porta su i muli, per un viaggio di quattro ore, e per una strada comoda, quando è possibile il farla e il conservarla in que’ monti. Vi si fondono circa 20,000 rubbi di ferro all'anno. Il ferro in vetta al monte è a grossi filoni quasi perpendicolari; ma poichè da tempo immemorabile vassi sviscerando la montagna, avviene talora che ove si spera d'avere la continuazione del filone, incontransi dei rottami e delle macerie. Di questo minerale trovansi tracce presso Scoglia e al Dente, luoghi pe’ quali si passa nel salire alle lavorate miniere.

Sulla vetta più alta v'è un gran masso detto il Passo Salimurano, e anche il Pizzo de’ tre Signori, perchè serviva dinanzi a marcare i confini di tre Sovrani, cioè l'Austria, Venezia e i Grigioni: di fatto da quella vetta discendesi a sinistra in val di Morbegno, e a destra in val Brembate. Ora que’ confini scomparvero.