Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
242 | Navigazione dell’Adda. |
l’acqua stessa e’l proprio peso portavano nei vani rimasti fra un ciottolo e l’altro. L’Adda si aperse il varco, e l’acqua abbandonò gli ammassati ciottoli. Si diseccarono, formando cemento, le particelle che gli uniano, e risultonne la breccia. Il fiume la tagliò per iscavarsi l’alveo; e parte d’essa rimanendo senz’appoggio, cadde nel fiume, ove sen veggono in fatti massi enormi; e parte solamente staccossi, cosicchè par di mirare avanzi di gran mura artefatte in certi massi, lunghissimi, alti e sottili, che sotto Calusco, a cagion d’esempio, si veggono. Del laghetto che ivi era conserva una memoria ancora il nome di Medolago, terra che occupa il luogo ove n’era quasi il centro. Calusco, testè rammentato, è la casa del valoroso e infelice Bartolommeo Colleoni, ove ancor vedesi la sua armatura. Pensa l’erudito Guido Ferrari che le sponde attuali e brecciose dell’Adda non fossero aperte ne’ più lontani tempi, ed ivi l’acqua sostenuta si stendesse a formare il lago Gerundo (nome però ignoto agli antichi), e in esso l’Isola Fulcheria, ne’ contorni ove ora sta Crema, ed ove trovasi e scavar potrebbesi gran quantità di torba e di lignite.
S’accresce considerevolmente il corso del fiume sotto Imberzago (Amberciacum), e all’avvicinarsi del Naviglio di Paderno. In questo, a cagione d’un masso a sinistra che