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Da Como a Milano. 289

alcuni burroni, che formano il Seveso, viensi al villaggio di Trecallo, e s’ascende, attraversando i colli, finché s’arriva presso Canturio, ove si giugne dopo breve discesa e breve salita. Era questo il luogo d’osservazione in tempo delle guerre civili fra i Milanesi ed i Comaschi, poichè dalla sua torre comodamente vedeasi se un armata venia dal piano, e sen dava l’avviso a Castel Baradello, distante quattro miglia. Così da Castel Baradello davasi avviso a Canturio de’ nemici che venivano dal lago. Sin dal x secolo è rinomato Canturio per le picciole manifatture di ferro, e queste vi son tuttavia.

Più antico di Canturio è il vicino Galliano, ove l’amator delle antichità andrà a vedere la chiesa di s. Vincenzo, altre volte matrice (or ridotta ad uso di magazzino), costruita in parte con avanzi del Gentilesimo, la quale sin da’ primi tempi servì alla vera religione, come rilevasi dalle iscrizioni cristiane del iv e v secolo pubblicate dall’Allegranza, e dalle reliquie ultimamente trovatevi. Questa al principio del secolo xi fu fatta riattare secondo il rito ambrosiano, e dipingere dal famoso Ariberto d’Intimiano, che fu poi arcivescovo e ristorator di Milano. Da quelle pitture non trarrà certo gran lumi l’amatore delle belle arti, ma la storia ecclesiastica de’ bassi tempi vi troverà cose pre-

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