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Sotterranea. 325

Penetra in vall’Intelvi, e la attraversa per portarsi sulla sponda occidentale del lago di Como; sempre avendo gli orli di pirite, e in mezzo il carbone.

Sul lago di Como occupa, secondo Pennet, tutto il tratto che v’ha dall’isola Comacina alla punta di Bellagio. Di questo tratto, dividendolo in tre parti, la pirite occupa le due estreme, e il carbone la parte media.

La mina attraversa i monti, cioè la Grigna e il Grignone, e si porta in val Sassina. La pirite settentrionale ivi comincia 800 passi al N. d’Introbbio, ed ha tre quarti di miglio di larghezza. Succede il carbone, su di cui stanno Bajedo, Pasturo e Barzio. Si ha quindi la pirite meridionale, il cui termine dista un quinto di miglio da Ballabio. In tutto questo tratto la regione minerale non ha che due miglia e mezzo, laddove sul lago Maggiore n’ha più di tre.

Questo è quanto è stato indicato. Il tempo, il caso, e forse anche la ragione fondata sull’analogia, metteranno in chiaro la verità

    visibili ne ha tagliati e ne mostra alle sue sponde la Breggia sotto Morbio inferiore. L’altra più settentrionale mostrasi in molti filoni sopra Campione nel tenere di Arogno. Al ramo più meridionale corrisponde il carbone trovato a Moltrasio, e lo scisto calcare bituminoso al nord di Asso.