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Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/145

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squarciati, ben lo provano i contorni della quarta caduta di esso Fiume a Roschislap. Eglino sono sparsi di massi rovinati dalla sommità de’ monti. L’ultimo scoglio, che si è precipitato alle rive del Fiume, da cencinquanta piedi d’altezza, pella violenta scossa di Tremuotom fattosi colà sentire del 1769, à settantadue piedi di circonferenza, e una procerità corrispondente. Egli è composto di sassi fluitati bianchi, avvinati, grigj, e finalmente d’ogni colore, e grado di compattezza. Nella maggior parte di quelli che sono coloriti, veggonsi delle Lenticolari; e in una scheggia tratta da questo masso incontrai cosa, che non m’accadde di vedere altre volte sin ora, vale a dire, le Lenticolari calcinate, e divenute bianchissime, senza che sieno punto guaste le loro concamerazioni, che coll’ajuto d’un buon vetro si distinguono perfettamente vuote. Stava il masso caduto del sessantanove su la più alta parte del monte attaccato a un ciglione inaccessibile a’ giorni nostri. Fa d’uopo, che fosse meno impossibile il salirvi ne’ secoli trapassati: mentre sulla faccia esteriore del masso sfaldatosi è scolpita l’Iscrizione sepolcrale d’un antico Soldato. Se la ragione condotta semplicemente dalle replicate sperienze giornaliere non bastasse a far intendere, che lo stato antico della superficie del nostro Globo à sofferto delle mutazioni grandissime non solo millennarie, ma secolari ancora, e spezialmente ne’ luoghi montuosi, questo esempio lo proverebbe particolarmente pel paese attraversato dal Fiume Kerka, e potrebb’essere applicato a tutti gli altri confinanti ai fiumi, e torrenti montani. Colassù sarebbe d’uopo mandare coloro, che standosene ben adagiati, e riparati nelle loro stanze, pronunziano magistralmente, che la Terra nostra è precisamente adesso nello stato medesimo, in cui ell’era sessanta secoli addietro, e si credono d’aver pro-