Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/151

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§. 8. Della Città di Scardona, e d’alcuni tratti d’antichi Scrittori, attinenti alla Mineralogia della Dalmazia.

Dell’antica Città, dove ne’ tempi Romani tenevansi gli Stati della Liburnia, non restano più sopra terra vestigj riconoscibili. Io vi ò trascritto due belle Iscrizioni scoperte colà parecchi anni sono, e conservate nella Casa del Reverendissimo Canonico Mercati. Egli è sperabile, che, a misura dell’accrescimento della popolazione di Scardona moltiplicandosi i novali, si scopriranno d’ora innanzi frequentemente in que’ contorni monumenti pregevoli d’Antichità. È da desiderare che le poche persone colte, le quali ànno influenza nella polizia di quella Città rinascente, donino una particolare attenzione a questo articolo, onde non periscano, o siano altrove trasportate le onorevoli Memorie dell’antica, ed illustre loro patria, che tanto riguardevole rango tenne fra le Città Liburniche a’ tempi Romani. Ella è quasi una vergogna, che sei sole Lapide ricopiabili esistano attualmente a Scardona; e le altre molte, che deggiono esservi state dissotterrate, sieno andate a male miseramente, o trasportate in Italia, dove perdono la maggior parte del loro merito.

Si trovano ne’ contorni di Scardona molto frequentemente monete Romane, alcune delle quali, assai pregevoli, ò veduto presso l’ospitalissimo Prelato Monsignor Trevisani, Vescovo, e Padre di quella rinascente popolazione. Dalla cortesia d’uno de’ più riguardevoli Signori del paese, mi furono donate parecchie lucerne sepolcrali, che portano il nome del figulo Fortis, e pella forma elegante delle lettere mostrano d’essere degli ottimi tempi. Le replicate devastazioni, alle quali Scardona fu soggetta, non le lascia-