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Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/20

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6 del Contado


§. 2. Dell’Isola di Zapuntello.

L’ostinazione del vento burrascoso mi cacciò a forza in un seno dell’Isola di Zapuntello, dopo ch’ebbi salpato da Selve. L’Isola è poco abitata in proporzione della sua estensione, quantunque v’abbiano tre ville, da una delle quali riceve il nome. Chiamasi anche Melada per la ragione medesima; e non è da dubitare, che sia la nominata Meleta dal Porfirogenito1 fra le deserte del mar di Zara. Io non mi sono colà fermato lungamente: ma anche la breve dimora mi vi fece osservare delle curiosità fossili. Vi raccolsi de’ grossi pezzi di pietra forte, ripieni d’una spezie incognita di lapidefatti appartenenti alla classe degli Ortocerati, de’ quali mi riservo a far parola in altro luogo più diffusamente. Ma la più bella produzione fossile di Zapuntello si è una pietra calcarea bianchissima, che à durezza quasi marmorea, benchè apparisca farinosa nella frattura. In essa trovansi delle impressioni di lavori petrosi, arborei, degl’insetti marini. Sembra che nella fanghiglia indurata, ond’ebbe questa spezie di pietra l’origine, varie spezie di Madrepore, e Coralline sien rimaste sepolte; l’acido, che le distrusse, vi lasciò vuoto, o al più tinto d’ocra ferruginosa il luogo, che occupavano, per modo che dall’impressione, che ne rimane, si può agevolmente giudicare della cosa distrutta. L’arena marina di quel porto è popolata di piccioli nicchi microscopici del genere de’ Nautili, e Corna d’Ammone, le figure de’ quali trovansi nell’Opera del celebre

  1. Cost. Porph. l. cit.