Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/292

Da Wikisource.

che dieci in dodici piedi di corda, e circa altrettanti di saetta. Egli sembra un modello del Ponte di Veja già descritto dal Ch. Signor Betti, e bene o male ridescritto da me1; e serve a dimostrare, che il mio illustre Amico Signor Brigadiere Lorgna, oggimai celebre fra’ Matematici d’Europa, spiegò meglio d’ogn’altro il modo, col quale si formano per opera delle acque rodenti sì fatti lavori d’Architettura naturale. Forse anche questo vorrebbero far passare per uno scherzo della Natura coloro, che da un di lei cappriccio stimarono fatto di getto tutto ad un tratto quello che vedesi ne’ monti Veronesi; poichè non v’è stravaganza, che non si giunga a dire quando si vuol sostenerne una prima: e avrebbe per certo il torto chi si volesse prendere il fastidio di far intendere ragione a questa strana razza di Filosofanti. Noi giunsimo al Ponte sotterraneo, saltando di rovina in rovina, e trovammovi assiso l’Amico nostro. Nessun Vescovo dell’antica Chiesa penetrò certamente giammai in Catacombe più nere, e malagevoli di quelle, cui prima d’ogni altro portossi ad osservare il Vescovo di Derry. Il luogo, dov’egli ci attendeva, è un vero tratto dell’Inferno di Dante, molto opportuno per chi volesse ruminarvi le notti di Young, ed annerirle ancora di più.

Non eravamo contenti affatto dell’alveo manifestamente scoperto, per lo quale le acque piovane scaricavansi, passando di sotto al rustico ponte marmoreo; noi chiedevamo di più, e ci dolevamo che un maggior grado solamente di probabilità fosse accresciuto al sospetto, cui

  1. Giornale d’Italia T. II. N.° LI. Pag. 401. Vedi Descrizione del Ponte di Veja di Zaccaria Betti. Verona. in 4. fig.