Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/39

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§. 10. Acquedotto di Trajano.

A’ Santi Filippo e Giacomo ò veduto i vestigj dell’Acquedotto fabbricato, o ristorato da Trajano, e gli ò anche seguiti verso la loro meta non meno, che verso il principio per lungo tratto. Sono quindi in caso di positivamente asserire, che gli Storici Dalmatini, e segnatamente Simone Gliubavaz, di cui ò sotto gli occhi le schede Mss., e Giovanni Lucio nella sua celebre Opera del Regno della Dalmazia, e Croazia, ànno preso un grosso granchio su questo proposito, lasciandoci scritto, che Trajano condusse l’acqua dal fiume Tizio, o Kerka persino a Zara, togliendola dalla cascata di Scardona, detta volgarmente Skradincki Slap1, presso di cui alcune rovine tuttora d’ignobili Acquedotti si vedono. Eglino meritano qualche compatimento, se trasportati dalla voglia di far onore al proprio paese ànno dato a Trajano un merito trenta volte maggiore di quello, ch’egli ebbe veramente nella costruzione, o riattazione dell’Acquedotto; perchè non ben conoscevano la contrada, che giace fra Skradincki-Slap, e le marine di Zara, della quale erano, mentr’essi scrivevano, posseditori i Turchi. I residui dell’Acquedotto veggonsi comparire poco lontano dalle mura di Zara lungo il mare verso la Villa di S. Cassano; indi pel bosco di Tustiza sino alle Torrette, dove servono di sentiero ai pedoni, e a’ cavalli; poi presso a’ Santi Filippo e Giacomo, e più oltre a Zaravecchia, nel qual luogo se ne perdono le traccie, che però accennano d’

  1. Scardonicus lapsus.