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VIAGGIO
 


aggiuns’io (perch’io voleva disasprire l’odio del paragone) possedono tant’altre doti da non portar invidia alla nostra — lealissimo, valoroso, generoso, ingegnoso, ed umanissimo popolo fra quanti camminano sotto il cielo — se non avessero un solo difetto — sono troppo serj.

Mon Dieu! esclamò il conte; e saltò su dalla sedia.

Mais vous plaisantez, diss’ei ravvedendosi della sua troppa vivezza — Mi posi la palma sul petto asseverando con gravissima serietà ch’io credeva di errare ne’ pareri miei, eccetto in quest’uno.

Risposemi che gli rincresceva assaissimo di non poter udir per allora le mie ragioni, perch’ei s’era impegnato a desinare con monsieur le duc de C — ma che se la distanza da Parigi a Versailles non mi scoraggiava, pregavami di gradire, innanzi ch’io mi partissi di Francia, una zuppa. E forse, aggiunse egli, avrò la soddisfazione ch’ella si ricreda di questo parere; o vedrò, non foss’altro, in che modo potrà sostenerlo: ma s’ella, monsieur l’anglois, vi si puntigliasse, s’armi di tutte le sue forze, perch’ella ha il mondo tuttoquanto per avversario — Promisi che prima di pigliare la via dell’Italia avrei avuto l’onore di desinare con lui — e gli chiesi commiato.